Seme di grano,
ricordo scritto
di come è fatta la vita.
Terra fresca, acqua
risveglio.
La vita ritorna,
cerca il sole,
l’aria,
l’ondeggiare al vento
delle colline di Matera.
Erba,poi spiga, poi grano
e morbide curve di verde
davanti l’azzurro
dolce, infinito.
Giallo sfumato
all’inizio d’estate,
caldo.
Si miete il raccolto,
il gesto antico della falce
è dominio, è accogliere
il dono della natura
che trasformò gli uomini
e fece costruire le case.
E poi vi racconto
del vento sull’aia, leggero,
che scosta la pula dal grano.
Vi parlo di pietra che gira
e con lei fa girare la testa.
Farina che scorre,
odore sicuro.
E mia madre,
che si alza di notte,
e le mani chiuse
a pugno gentile
massaggiano lievito e amore.
Al forno
le mamme, attente
a non confondersi il pane.
E infine batterlo
a scuotere via la farina,
da sotto,
con rapidi colpi del palmo.
Poi, pane e olio,
e un poco di sale
oppure
pane bagnato e zucchero,
oppure pane
e quello che capita,
tanto è solo lui
che conta davvero.
Francesco Fittipaldi
a Matera il 9.11.2018