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Noi siamo quelli

Noi siamo quelli del pane e pomodoro,
dell’asino seguito e che ci seguiva;
siamo quelli del servire messa
e comprare due sigarette in bustina:
siamo i verginelli in processione
vestiti col saio di Sant’Antonio,
siamo quelli a rotta di collo
giù sulle pietre degli strèttoli;
noi siamo quelli
della collezione dei girini,
di Black Macigno e Capitan Miki,
noi facciamo i capanni con le ginestre,
e facciamo guerra di quartiere;
noi siamo i Nemescek e i Boka,
portiamo le corone ai funerali,
per un uovo e cinquanta lire;
siamo quelli che si arrampicano
sulle corriere ansimanti in salita:
noi non lasciamo un cardellino nel nido
e abbiamo in mano
il cuore di una rondine.
Noi facciamo saltacavallo e passa
e guidiamo cerchioni senza ruote;
noi cavalchiamo animali al pascolo,
ci tuffiamo nei campi di fave e piselli;
noi mangiamo le mandorle tenere
e succhiamo il nettare
ai gladioli di campo.
Noi siamo quelli che catturano i grilli
e mettono le zampe alle melanzane,
rincorriamo galline e abbiamo sempre
ginocchia sbucciate.
Noi sappiamo leggere,
e raccontiamo favole ai nostri nonni,
siamo quelli che bevono il latte di capra
e raccolgono olive e baci.
Noi siamo i padroni
del paese e delle campagne,
siamo il vento profumato della vita.

Pubblicato inItalianoRotondella
© 2024 Francesco Fittipaldi